Studenti torinesi – “2-3 ottobre, governo e Meloni non siete i benvenuti!”
Riprendiamo il comunicato studentesco sulla due giorni di mobilitazione tenutasi a Torino in concomitanza con il Festival delle Regioni. Il 2 ottobre il corteo partito dalle scuole superiori ha contestato il ministro dell’Istruzione Valditara, mentre il giorno successivo (giorno anche di questo comunicato) la manifestazione ha contestato l’arrivo della premier Giorgia Meloni, per la prima volta in città, ed è stata più volte caricata brutalmente dalla polizia, causandone diversi feriti tra i manifestanti. Con questo comunicato lə studenti torinesi rilanciano un autunno di lotta, annunciando la partecipazione alla manifestazione del 21 ottobre, prontə ad mobilitarsi contro la guerra, le basi militari e le politiche di stampo bellico che il governo sta mettendo in campo, in continuità con tutte le riflessioni portate nel confronto del mondo studentesco e della formazione in generale sul percorso fermare l’escalation avvenute nel tavolo formazione del campeggio di luglio a San Piero.
Sono stati due giorni di lotta quelli che sono appena trascorsi nella città di Torino. Due giorni di protagonismo giovanile tra le strade del centro città, che hanno visto centinaia di giovani portare una contestazione decisa sia al tavolo sull’attrazione dei talenti tenuto dal Ministero dell’istruzione ieri, sia alla passerella della premier Meloni oggi. Durante il pomeriggio di ieri un centinaio di studenti ha attraversato le vie del centro città cercando di oltrepassare i cordoni della polizia che blindavano Torino.
Durante la giornata si sono susseguite varie cariche della polizia in via Po e in altre vie parallele. Con uno striscione che recitava “né talento né merito” ci siamo presi con forza sempre più terreno verso Piazza Castello. Questo primo momento di contestazione è servito a noi studenti e studentesse a porre un punto di inizio verso la costruzione di percorsi di conflitto in queste scuole sempre più simili a delle caserme, contro la nuova riforma del voto di condotta che è un segnale di svolta verso un disciplinamento sempre più forzato e sempre più in linea con la direzione di costruire un legame con il mondo del lavoro, per ridurci a meri attori passivi in questo sistema di sfruttamento! Da qui abbiamo rilanciato con convinzione anche la manifestazione del giorno dopo, costruita insieme a tutte le realtà studentesche di Torino.
Anche oggi abbiamo dato il nostro benvenuto alla Presidente del Consiglio, capo di un governo che non rappresenta affatto i bisogni che la società sta esprimendo, continuando a tagliare i fondi per le misure di sostegno al reddito, alla sanità e all’abitare, preferendo investire i soldi pubblici per la produzione e l’invio di armi in Ucraina. Un governo che elargisce leggi razziste e anti-popolari.
Nella giornata di oggi centinaia di giovani sono scesi in piazza per il secondo giorno di contestazione, carichi della determinazione scaturita dopo il risultato della giornata di ieri. Gli studenti non hanno indietreggiato di un passo di fronte alle cariche della polizia, e hanno mostrato determinazione e convinzione nel voler raggiungere il Parlamento Subalpino, senza arrendersi davanti al dispositivo militare schierato per impedire il nostro corteo. Nonostante il centro città fosse blindato, il corteo si è mosso agilmente per le vie parallele, riuscendo a trovare uno spiraglio da cui passare per raggiungere Piazza Castello, dimostrando che un impianto di “sicurezza” in pompa magna come quello visto oggi non può competere con chi questo territorio lo calpesta ogni giorno.
Adesso ci prepariamo per partecipare alla mobilitazione di “fermare l’escalation” che si darà sabato 21 ottobre, contro la guerra, le basi militari e le politiche di stampo bellico che il governo sta mettendo in campo.
Queste due giornate hanno inaugurato l’autunno caldo degli studenti che sono pronti a conquistarsi il futuro attraverso la lotta. Siamo tornati!